Le Medicine Biologiche & Integrate Dr Ferro Efrem
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GRAFOLOGIA MEDICA

Vari sono i mezzi che ci aiutano a conoscere la psiche e lo stato d’animo degli esseri umani. La grafologia ci dà la chiave per conoscere la personalità, il carattere, le attitudini, le aspirazioni, le emozioni, l’intelligenza, l’energia psichica delle persone. 

Tutte le emozioni e i sentimenti possono manifestarsi con movimenti e con suoni che corrispondono ciascuno a una sensazione o un’idea: il pensiero si traduce in movimento, il gesto accompagna sempre i sentimenti e le idee. La scrittura non è che una successione di gesti, in quanto la formazione di ogni lettera e di ogni parola implica dei movimenti. Mentre i gesti della vita quotidiana sono molto difficili da studiare, i segni della grafia vengono facilmente registrati e ciascuno di essi lascia una traccia durevole. 
I gesti che si ripetono frequentemente hanno una intensità maggiore degli altri e si ritroveranno in gran numero nella scrittura.
Nella scrittura si distinguono caratteri fondamentali quali la velocità, la pressione, la direzione, le dimensioni, l’inclinazione, la forma, il ritmo, la struttura e molti altri.

Dal punto di vista neurofisiologico sono ben conosciuti i meccanismi principali del percorso psicografico della scrittura, cioè i meccanismi a partire dal pensiero della lettera-parola-frase fino all’atto finale dello scrivere ciò che si è pensato. 
Dal momento in cui si pensa a cosa scrivere, che si rifà necessariamente ai modelli appresi scolasticamente, all’atto finale dello scrivere, durante questa successione di eventi psicofisici intervengono tutte quelle interferenze dovute alla personalità dello scrivente e che sono assolutamente individuali. Ecco perché le grafie sono diverse da un individuo all’altro.

La combinazione di determinati segni grafici genera espressioni delle disposizioni caratteriali. Un segno isolato non ha alcun significato. L’andamento della scrittura sul foglio cioè nelle tre direzioni dello spazio: verticale, orizzontale, dall’avanti indietro rappresentano  l’identificazione dello scrivente nei rapporti del simbolismo spaziale grafologico.
I movimenti dall’alto verso il basso sono generalmente legati alla volontà: è noto che la mimica delle braccia che vuole indicare decisioni nette, impulsive si esprime con gesti dall’alto in basso fino a culminare nel famoso pugno sul tavolo. 

I movimenti dal basso verso l’alto sono collegati per analogia alle aspirazioni, alle ambizioni, all’aspetto più spirituale delle cose.
I movimenti da sinistra a destra esprimono un tempo con la loro maggiore un minore lunghezza lo slancio verso il futuro, il senso dell’equilibrio, o la mancanza di tutto ciò, la timidezza, la sensualità. 
I movimenti da destra a sinistra indicano invece l’introspezione, il senso di riservatezza, necessità di difesa, regressione e così via. 
Infine i movimenti circolari sono in rapporto con gli impulsi di generosità o di avarizia psicofisica, etc…

Le applicazioni grafologiche sono numerose: in medicina, in psichiatria, in pedagogia, nel mondo del lavoro, nel mondo delle relazioni interpersonali in genere, nel mondo peritale forense.
Molti diffidano del valore della grafologia dicendo che spesso la scrittura di una persona varia nel corso dello stesso scritto o rapidamente nei vari momenti della vita a volte anche nella stessa giornata. Ciò è vero e se alcune componenti della personalità cambiano nel tempo è evidente che una scienza come la grafologia che ne rispecchi le variazioni debba necessariamente cambiare. 

Il grafologo esperto sa cogliere da un’analisi grafologica i segni fondamentali, modificanti e accidentali della personalità dello scrivente.
Sa cogliere e distinguere i tratti fondamentali della personalità da quelli che cambiano nel medio-lungo periodo e quelli dovuti a fatti e condizionamenti contingenti, del momento. 

Cenni storici sulla grafologia

La storia della grafologia ha le sue radici nella più remota antichità. Già negli scritti di Aristotele, filosofo greco, e di Svetonio Gaio Tranquillo, storico e grammatico latino, si legge come la scrittura dell’uomo possa rivelare il suo carattere. 
Durante il medioevo non si trovano tracce di questa scienza, il suo studio era stato abbandonato e i grafologi perseguitati. 

Lo studio della scrittura fu ripreso nuovamente e intuito nel suo concetto fondamentale in quanto rilevatore del carattere nel 1622 dallo scrittore  Camillo Baldo, figlio di un medico e professore di filosofia.
Successivamente ci sono stati altri personaggi che si occuparono della grafologia. Ma il vero creatore della grafologia è considerato l’Abate Jean Henri Michon nato nel 1806 che per primo scrisse opere di carattere dottrinale.
Michon aveva detto: ”perché si possa svelare una cosa interiore e invisibile, per mezzo di un segno esteriore visibile, è necessario che vi sia un legame conveniente tra il segno e la cosa significata".
L’uomo che scrive correntemente si cura poco della forma calligrafica delle lettere, la sua scrittura è un seguito di piccoli gesti che fissano sulla carta il segno delle sue impressioni, dei suoi sentimenti e del suo pensiero. Un uomo di natura forte, ardita, risoluta scriverà contratti fermi, marcati, senza ritocchi. Un carattere debole e titubante avrà al contrario una scrittura molto molle, morbida, irregolare. Altri, di grande vivacità, immaginazione stravagante, mancante di coerenza, scriverà a grandi colpi di penna, fra tratti esagerati o avviluppati.

Se l’indagine era cominciata sul piano della fisiologia, studiando il rapporto tra l’attività del cervello e il gesto impegnato nella scrittura, era naturale che seguisse la ricerca e la classificazione dei segni fissi. Cioè i tracciati grafici stabili corrispondenti a determinate categorie psichiche: segni della volontà, dell’intuizione, dell’onestà, della memoria, eccetera eccetera.
Con padre Michon si ha un metodo di grafologia precisato nelle sue opere. Egli può essere considerato il padre della grafologia in quanto ha impostato un metodo che analizzava la grafia secondo i principi di una scienza ragionata. Il maggior limite del suo metodo era quello di considerare alcuni segni troppo fissi e di vedere la grafia come un codice troppo rigido sul documento scritto. Il suo allievo Jules Crepieux Jamin (1859-1940) unisce le conoscenze del maestro Michon con aspetti psicologici della personalità scrivente.

Molti sono gli autori che si sono occupati della grafologia a livello mondiale.

In Italia fondamentale per lo sviluppo delle grafologia è stata la personalità di padre Girolamo Moretti. 
Padre Girolamo Moretti conosciuto come il frate grafologo (il suo nome di battesimo è Umberto Moretti, nato a Recanati il 18 aprile del 1879) ebbe un’infanzia non facile, terzogenito di 18 figli portò il peso delle precarie condizioni economiche della famiglia che lo costrinsero molto presto a lavorare. Fu impiegato fin da giovanissimo in lavori di fatica, venne successivamente assunto in una filanda di seta dove si distinse subito per l’abilità nell’apprendere il mestiere. All’età di 15 anni, contro il parere dei genitori, decise di entrare nei frati minori conventuali a Montalto nelle Marche prendendo il nome di Girolamo. Tra pregiudizi e sospetti portò avanti i suoi studi grafologici.
Verso la conclusione della sua vita ebbe la soddisfazione di un ampio consenso e riconoscimento del suo eccezionale metodo scientifico, tanto che l’allora padre provinciale Lamberto Torbidoni, gli permise di dedicarsi esclusivamente alla grafologia esonerandolo da ogni altro dovere. Morì ad Ancona il 26 luglio 1963.

Considerazioni grafologiche

La scrittura è valida ai fini di un’indagine grafologica solo se la grafia è frutto di una attività spontanea. Deve essere tracciata spontaneamente, senza condizionamenti.
Nell’analisi grafologica si tiene conto degli elementi costitutivi della scrittura cioè: del tratto, dello spazio grafico, dei ricci, delle aste, del calibro, degli assi letterali, etc...

L’analisi grafologica è detta anche test psicologico della scrittura. E il contributo più importante che la scuola morettiana ha dato alla grafologia è quello di sintetizzare gli aspetti psicodinamici della mente con i segni grafologici. 
Si possono identificare i meccanismi di difesa dell’io messi in atto dalla personalità scrivente. 
I segni grafologici non sono assoluti, misurabili millimetricamente, ma è fondamentale studiarne i loro rapporti spaziali nei confronti dell’ambiente-spazio su cui si scrive e nei rapporti spaziali anche tra i grafemi stessi. 
I segni grafologici vanno visti nelle loro combinazioni. Segni molto rappresentati e vistosamente apparenti sicuramente riflettono componenti importanti della personalità. 
Comunque l’analisi grafologica di uno scritto prevede il rilevamento metodico di tutti i segni principali e la loro interpretazione in una visione d’insieme.
Dal rilevamento dei segni grafici il grafologo ricostuisce il profilo della personalità. Da un’attenta analisi possono essere colti aspetti anche molto profondi della personalità.


Un esempio di alcuni importanti segni da rilevare e misurare sono riportati di seguito:

Accartocciata, accurata, acuta, aggrovigliata, angolosa, curva, aperture a capo, direzione del rigo, inclinazione, concavità delle aste, attaccata, staccata, chiara, confusa, contorta, dinamica, disordine, filiforme, fluida, grossa, pressione, intozzature, impaziente, larghezze, addossata, legata, scura, parallela, pendente, profusa, ricci, rovesciata, scattante, slanciata, solenne, spavalda, stentata, staccata, etc...